Acquatricità neonatale – I benefici

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L’ACQUATICITA’ NEONATALE

Innanzi tutto cosa significa “acquaticità”: lo sviluppo dell’acquaticità di ogni persona è il mezzo attraverso il quale si raggiunge la familiarità, la dimestichezza, la conoscenza dell’acqua i tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi, riconoscendoli e affrontandoli.

 “Acquaticità” perchè per raggiungere un buon livello di acquaticità, è necessario compiere un percorso di adattamento al nuovo ambiente. – Piaget diceva: ”l’organismo si modifica attraverso gli scambi con l’ambiente e si viene a formare un equilibrio dinamico tra organismo e realtà esterna”.-

L’adattamento all’ambiente acquatico consiste quindi, nell’affrontare i vincoli imposti dalle proprietà fisiche dell’acqua ed adattarsi alle nuove condizioni psicologiche, sensoriali e motorie.

“Neonatale” perché  il soggetto di riferimento è il bambino di età compresa tra 0 e 3 anni.-

Questo periodo è caratterizzato dal cambiamento inteso sia dal punto di vista fisico che psicologico.

L’attività motoria in acqua rappresenta:

  • una miniera di stimoli e percezioni cinestetiche;
  • un utile mezzo per lo sviluppo della propriocettività intesa come la percezione cosciente del senso di posizione del corpo nello spazio;
  • l’ambiente acquatico favorisce il rinforzo dei sistemi cardiocircolatorio e respiratorio ed è un aiuto allo sviluppo delle capacità senso-motorie

E’ importante che l’attività acquatica sia svolta essenzialmente sotto forma ludica perché l’acqua per il bambino è considerata un elemento naturale di gioco e divertimento.

Il gioco favorisce la creatività, gli aspetti cognitivi, le abilità motorie, la percezione del tempo e dello spazio. L’attività ludica in acqua, attraverso il manipolare di oggetti particolari, facilita l’acquisizione delle nozioni fondamentali di orientamento, schema corporeo, equilibrio.

Il gioco è l’attività essenziale che permette l’equilibrio psichico infantile (Susan Isaacs)”

L’ambiente operativo assume un ruolo rilevante di consegueza le caratteristiche dell’ambiente operativo devono rispettare alcuni criteri:

  • temperatura dell’acqua: deve essere compresa tra i 32/33 gradi;
  • rumorosità dell’ambiente: non ci deve essere un eccessivo rimbombo;
  • illuminazione dell’ambiente: buona illuminazione naturale;
  • areazione ambiente: ci deve essere un buon ricambio d’aria;
  • disinfezione acqua: cercare di ridurre allergie al cloro;
  • profondità vasca: compresa tra 70/120 cm;
  • durata attività: dipende da individuo ad individuo (in media 30min.);
  • materiale didattico: giochi gonfiabili di materiali, colori, forme differenti, tappeti, tubi, ecc..

Tutto il lavoro di ambientamento si esplica, poi, durante la

 lezione  vera e propria che si pone determinati e innumerevoli obiettivi come per esempio conoscenza dell’ambiente, ambientamento in acqua, riflesso di apnea, movimenti riflessi natatori, galleggiamenti prono/supino e verticale e molti altri.

In tutto questo il ruolo dell’istruttore ha un valore non indifferente in quanto: esegue un lavoro di tipo “indiretto”, deve conoscere le problematiche, le eventuali paure, le esperienze passate sia dei genitori che dei bambini, essere presente, comprensivo, disponibile, competente e dare/ricevere un rapporto di fiducia totale.

          Dalla loro i genitori sono visti dal bambino come figure di riferimento in grado di: procurare una condizione rassicurante, di sostegno, di fungere da guide verso l’autonomia acquatica, di condividere con il proprio figlio sensazioni nuove, di offrire al bambino condizioni favorevoli per la scoperta, di essere utili intermediari di socializzazione con le altre persone in vasca.

L’acquaticità neonatale pertanto non deve essere percepita come un corso di scuola nuoto, e quindi, non  propone lo scopo di insegnare al bambino a nuotare ma è semplicemente un modo per avvicinare il bambino all’ambiente acquatico con consapevolezza per una maggiore confidenza con l’acqua anche in futuro.

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