L’anca è l’articolazione che sopporta il carico più elevato di tutto il corpo. Trattandosi di un’articolazione sferica, i movimenti dell’anca sono molto ampi. È coinvolta praticamente in ogni movimento del corpo. Non solo sorregge costantemente il peso normale del corpo, ma in base al tipo di movimento sostiene un carico molto superiore a quello corporeo. A causa del rapporto di leva, per esempio, una camminata lenta sottopone l’anca a tre volte il peso corporeo e una camminata veloce fino a sette volte.
L’articolazione dell’anca collega il femore (osso della coscia) all’acetabolo (alloggiamento dell’anca) nel bacino. La testa femorale, di forma sferica, si trova sulla parte superiore nel femore. È rivestita con una cartilagine liscia e ad ogni movimento scivola all’interno dell’acetabolo, anche questo rivestito con uno strato spesso di cartilagine. Una capsula articolare racchiude l’articolazione dell’anca e insieme ai muscoli, tendini e legamenti circostanti stabilizza la testa del femore nell’acetabolo quando si muove.
Il rivestimento interno della capsula articolare produce un fluido viscoso, noto come “liquido sinoviale”. Questo nutre la cartilagine articolare e ne preserva l’elasticità, mantenendo allo stesso tempo uno spazio fra le due ossa dell’articolazione. In questo modo, il movimento è fluido e indolore. La testa femorale e la cavità acetabolare sono rivestite di cartilagine.
Le patologie che interessano l’anca possono essere di vari tipi: degenerative, infiammatorie e infettive.
Le malattie degenerative.
Artrosi primarie: malattia che colpisce la superficie dell’articolazione, cioè la cartilagine, che insorge a causa del normale processo di invecchiamento.
Artrosi secondarie: quando la causa viene fatta risalire a una precedente lesione come, ad esempio, una frattura dell’articolazione, reumatismi oppure deformazioni o malformazioni dell’articolazione stessa e quindi possono interessare: malformazioni congenite (sviluppo displasico responsabile di una copertura insufficente della testa femorale che può spingersi fino alla perdita dei rapporti anatomici); post traumatiche. Postumi di epifisiolisi: una lesione distrofica della cartilagine epifisaria femorale superiore che insorge di solito nell’ adolescenza e conduce ad una modificazione graduale o acuta tra testa e collo del femore. Postumi di osteocondrite: con fenomeni di necrosi e degenerazione ossea e cartilaginea. Impingment, o conflitto femoro-acetabolare: malattia dell’anca che deriva da una non perfetta conformazione dei capi articolari, che si urtano nell’escursione. Malattia di Paget: patologia cronica che porta a deformazione e indebolimento provocando l’insorgere di artrosi, dolori ossei, deformità e fratture.
Le malattie infiammatorie. Artrite reumatoide: poliartrite infiammatoria cronica, anchilosante e progressiva di origine autoimmune e ad eziologia sconosciuta. Spondilartrite anchilosante (SPA): malattia infiammatoria cronica, di origine autoimmune, che colpisce soprattutto la colonna vertebrale e le articolazioni sacroiliache del bacino e può provocare la fusione delle articolazioni. Reumatismo psoriasico: particolare associazione di psoriasi e disturbi articolari per lo più nel quadro dell’artrite reumatoide e delle sue varietà. Artrite cronica giovanile (ACG): un’artrite cronica dell’infanzia che inizia prima dei sedici anni e può colpire anche bambini di appena 6 mesi di età: è la più frequente malattia reumatica cronica del bambino.
Trocanterite (o entesite trocanterica): infiammazione a carico dei tendini con inserzione sul grande troantere e talvoltaanche a carico della borsa sierosa( borsite).
Le malattie infettive. Coxalgia: dolore riservato alla tubercolosi dell’anca, sempre associata ad una tubercolosi polmonare o viscerale. Artrite settica: un’infezione batterica o virale che origina un’importantissima risposta infiammatoria nello spazio articolare.
Conflitto femoro acetabolare (FAI) causa frequente di dolore all’anca nei giovani, è un contatto osseo tra le due componenti articolari (femore e acetabolo) dovuto ad un’alterazione anatomica delle stesse che provoca dolore riferito a livello inguinale o in zona più laterale dell’articolazione.
La pubalgia rappresenta una problematica molto diffusa in ambito sportivo sia a livello amatoriale, che professionistico. Il termine “pubalgia” descrive, di fatto, un sintomo o un insieme di sintomi, caratterizzati da dolore nella zona pubica, e non rappresenta di per sé una diagnosi. É considerata una patologia da “sovraccarico”.
Il dolore è il principale sintomo ed é localizzato all’inguine e/o sul pube, e/o sulla faccia interna della coscia. In principio, compare al mattino, al risveglio, e all’inizio degli esercizi fisici. Successivamente tende a scomparire con il riscaldamento. Nelle fasi più avanzate il dolore tende a farsi continuo e ad aumentare con gli scatti e i cambi bruschi di direzione.
È una patologia complessa che necessita di una buona valutazione e un esame obiettivo dettagliato in quanto la causa può risiedere a diversi livelli. Tra le più frequenti annotiamo: cause viscerali, disequilibri muscolari (retti dell’addome, adduttori e muscolatura paravertebrale), disfunzioni della colonna vertebrale, cause infiammatorie, cause traumatiche, cause neurologiche (sindromi da intrappola mento nervoso), disequilibri muscolari ecc.
Percorso Terapeutico :
- Visita Medica : ortopedico-chirurgia anca
- Esami Diagnostici: Radiografia, Risonanza Magnetica, TAC
- Valutazione funzionale
- Terapie consigliate: Kinesiterapia, Tecarterapia, Rieducazione motoria, Idrokinesiterapia.